Matteo Canioni et Pietro Giudicelli sont tous
deux représentants de la pieve
de Giussani au Parlement du Royaume anglo-corse. Ils ont
participé aux débats et
voté la Constitution du Royaume anglo-corse
remarquablement avancée pour l'époque.
Les deux hommes ont
été cités pour des évènements
périphériques :
"Il signor Matteo Canioni, parlamentario
per le pieve di Giussani, ha richiesto un
congedo per affari urgenti di sua famiglia ; la Camera glielo ha
accordato per giorni venti" (27
mars 1795)
"Il sig. Pietro Giudicelli, membro alla
Camera per la pieve di Giussani, giurisdizione di Balagna, ha rappresentato che
nella sua qualità di amninistratore di quel dirretorio, si trova
obbligato in forza della legge a rendere il conto della commune
gestione, e quindi ha richiesto un congedo congruo per eseguire da suo
conto questo dovere" (16 aprile
1795)
Alla sessione del 10 dicembre 1795, "Pietro Giudicelli della
comunità di Olmi e
Cappella della pieve di
Giussani, richiede colla sua petizione che gli siano restutuiti
venicinque scudi che esso avea anticipatamente pagati alla cassa
nazionale per l'affito del beneficio campestre di Sant'Antonio, i di cui beni
sono stati rilasciati al beneficiato in forza della legge."
Leurs
voisins, représentants de la pieve de Tuani, sont Ludovico Belgodere et Anton Vincenzo Saladini.
Ce dernier, "l'uno dei
membri del Camera di Parlamento per la pieve di Tuani, giuridizione
di Balagna" n'a pas pu
prêter serment comme l'ont fait ses confrères : "assente
dalla presente sessione per causa di malattia, essendosi presentato
nella sala, il Presidente gli ha deferito il giuramento costituzionale
di riconoscere per sè ed in nome del Popolo Corso che
rappresenta, per suo sovrano e Re Sua Maestà Giorgio III, Re
della Gran Bretagna, di prestargli fede ed omaggio secondo la
Costituzione e leggi di Corsica e di mantenere la detta Costituzione." (9 mars 1795)
Source : Bulletin de la
Société des Sciences Naturelles et Historiques de la
Corse, Procès-verbaux des séances du Parlement
anglo-corse publiés par M. l'abbé Letteron, n°
126-131, année 1891.
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